Scogli di lava
In un giorno sommerso dal tempo
un gigante di fuoco e terra
di verde e cielo
d’immenso e neve
ha sfogato una rabbia immane
e d’origine ancestrale
scagliando in acqua
le pietre più nere del mondo.
Dure come la vita
e ruvide come l’odio,
sono rimaste qui
a memoria di rancore.
Né più osa spostarle alcuno
di razza umana
e di sorte guasta.
Neppure il mare,
a mano armata
di sale forte,
sembra volerle altrove.
E si limita a cullare
con rispetto secolare
questo lascito roccioso.
Ah, quanta pace di vedere
tanta placida carezza!
Ché manco il sole può dorare
questo buio lapideo,
nato dalle viscere del mondo
e donato all’aria aperta.
In un solido per sempre,
si crogiola di salmastro
e ci lascia a bocca asciutta,
assetati dell’eterno
che nasconde il suo mistero.