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Elisabetta Barbara De Sanctis

Elisabetta Barbara De Sanctis è lo pseudonimo di un’autrice che vive in provincia di Pescara. Nella scrittura, così come nelle tante attività a cui si dedica con passione, ama sperimentare per raccontare le infinite sfumature del mondo femminile, dalla narrativa alla poesia. È sposata, ha una gatta che adora viziare, ama i libri, è disordinata, si annoia facilmente e vive sempre divisa tra la realtà e un mondo di fantasia che pullula di storie e personaggi che reclamano attenzione. Il suo scopo nella vita? Aiutare gli altri a vedere, ovunque, la bellezza e a scoprire la felicità.

10 DOMANDE PER UN AUTORE

  • Cosa ci puoi dire di te e cosa no?
    Chiedi pure, potrei sorprenderti! Sono una gran chiacchierona a volte, altre amo starmene in disparte e ascoltare, altre ancora isolata dal mondo, in un mio spazio e in un tempo tutto mio. Ma una cosa è certa: sono mutevole, anche troppo, per cui tutto dipende dal momento. Se fossimo sedute su un divano, io con la mia gatta acciambellata sulla pancia (e chi la smuove?), davanti a un camino acceso e con un buon rosso… potrei iniziare adesso e finire tra una settimana.
  •  Cosa scrivi e perché?
    Ho scritto e scrivo poesie, narrativa rosa e narrativa femminile, con sfumature a volte erotiche, altre drammatiche, e persino io non so mai quale sarà la storia che racconterò, quale tinta avrà. Ho provato a volte a impostare una trama del genere che in quel momento avevo voglia di raccontare, ma ne ho ricavato spezzoni di romanzi che forse nessuno leggerà mai. Per me non funziona, e lo vorrei tanto. Intendo che vorrei avere un genere, anche un paio, che mi sento cuciti addosso, che mi danno sicurezza, una sorta di personalità di scrittura che mi rappresenti, per questo mi sono chiesta tante volte cos’è per me la scrittura. Da lì sono arrivata a domandarmi chi sono, io, quella a cui se chiedi quale sia il suo piatto preferito o i suoi colori preferiti non te ne darà mai uno solo. Ecco che, alla domanda: «Cosa scrivi?», posso rispondere semplicemente che racconto storie. E dietro le storie ci sono personaggi. E i personaggi, proprio come gli uomini e le donne, hanno sfumature variegate, vivono vite complesse. Io ne racconto alcune, quelle che “arrivano” a me perché un giorno qualcuno mi bussa sulla spalla e mi dice: «Ehi, sai che mi è successo?». Per me inizia sempre così, per questo dico sempre che non è l’autore, o almeno non sono io a scegliere le storie da raccontare, ma sono loro a scegliere me.
  • Cosa manca nell’attuale panorama letterario e cosa c’è di troppo?
    Io mi muovo a fatica nei generi e sottogeneri, per me, come ho detto già, esistono le storie, per cui credo che nulla sia di troppo se ci sono lettori che incontrano quelle storie. Cosa manca? Sicuramente il prossimo libro che scriverò!
  • Come convinceresti il lettore a leggere di più? Quando si è letto abbastanza?
    «Leggi di più! Leggere apre la mente!».Scherzo, ma nemmeno tanto. In realtà mi addolora vedere quanto poco si legga, mi fa male al cuore, soprattutto quando non viene dato in mano un libro a un bambino, quando non gli si insegna, perché è lì che è più facile iniziare. Si pensa che leggere sui social o sui giornali sia uguale, ma è esattamente l’opposto. E allora, come lo convincerei? Io ho un sogno, anzi, una visione, grande e bellissima (ed è tra le cose che non dirò!) e posso solo dire che ce la metterò tutta perché si manifesti. E non ci sarà da convincere, non si può convincere qualcuno a leggere o a leggere di più, gli si può solo mostrare.Ehi! Non si è mai letto abbastanza! Mai!
  • Vivi di scrittura? O per la scrittura?
    La scrittura sono io, lei è me. Immagino quel momento (sì, un altro sogno, ne ho tanti!) in cui potrò darle nella mia vita lo spazio che merita. Perché se posso far sognare un lettore, fosse anche uno solo, allora la scrittura merita che io possa dedicarmi prevalentemente a lei.
  • Qual è il tuo ultimo progetto?
    Il Club delle Vagine tristi! È stato un progetto impegnativo, alla fine ho avuto bisogno di staccare per un attimo, dopo anni che ci ho lavorato, solo che in quell’attimo poi si sono infilate altre cose e… ops, questo è l’argomento della prossima domanda.
  • Qual è il tuo prossimo progetto?
    Come ho detto prima, una domanda così diretta non ottiene mai una risposta altrettanto diretta, perché… non lo so! Confesso, ho messo un po’ da parte la scrittura. All’inizio doveva essere per qualche giorno, solo che poi sono diventate settimane. Mesi. Mi sono dedicata all’altra parte di me, al mio mestiere, ma quello è un altro campo minato perché ogni volta mi assorbe completamente e non va bene. E infatti la scrittura manca, tantissimo. Ma ho un paio di idee (io due di tutto, sempre, anche tre!) e mi sono messa in ascolto: sento che qualcuno sta per battermi sulla spalla.
  • Quali sono i pro e i contro della scrittura?
    Non penso ci siano pro o contro, come in fondo per ogni cosa. È creazione, è arte, ma allo stesso tempo è anche mestiere, artigianato. È gioia contagiosa, ed è anche duro lavoro. Ma soprattutto la scrittura è bellezza.
  • Dove andresti e cosa porteresti con te?
    Per una vacanza o per vivere? Posso partire subito, sì? Tenderei a portarmi dietro tutto, lo confesso, ma a una cosa non rinuncerei, mai: i miei libri, anche solo su reader, in ebook, se proprio non posso portar via la quantità indecente di tomi che, pur divisi tra casa e studio, sono comunque impilati anche per terra. Comunque, a meno che l’Universo non stabilisca diversamente per me, andrò in Spagna. Prima di tutto, tornerò a Barcellona, questa volta ci sono le Vagine che vogliono portarmi in giro, magari mi terranno lì con loro, chissà!
  • Perché resti?
    Già, perché? Forse è arrivato il momento di andare…