
Come Peter Pan
Quanti conoscono il Pan, il bimbo alato, o, ancora meglio, una specie di elfo, che non vuole crescere e vuole restare per sempre fanciullo? Molti, ne sono sicura, non fosse altro che per il famoso detto: “Sei come Peter Pan” per gli uomini di trent’anni e oltre che non vogliono crescere, ovvero si vogliono comportare come eterni adolescenti pur avendo un’età matura. E ancora, Peter Pan si conosce grazie al grazioso film di Walt Disney. Ma chi è Peter Pan e come nasce?
“Il motivo per cui gli uccelli, a differenza degli esseri umani, sono in grado di volare, risiede nella loro fede incrollabile, perché avere fede vuol dire avere le ali.”
(Peter Pan)

Foto@Disney
Chi è Peter Pan
Peter Pan e Wendy è un libro scritto da James Matthew Barrie nel 1911. Se è vero che troppo spesso Walt Disney edulcora le storie e le favole, nel caso di Peter Pan, forse, è stato utile per crearne fama e mito: nel nostro immaginario Peter è vestito di verde e la fatina Trilly/Campanellino ha le sembianze di Marylin Monroe in miniatura. In questo caso, poi, la storia di Peter Pan e Wendy nasce come opera teatrale nel 1906, ispirata all’amicizia dello scrittore con la famiglia Davies, in particolare con George, uno dei 5 figli di Sylvia e Arthur. Varie furono le composizioni e le rielaborazioni: ma fondamentalmente la storia narra di un ragazzo sperduto (i neonati scomparsi prima dei sette giorni di vita diventano bimbi sperduti e finiscono nell’Isola che non c’è).
“C’è un’Isola-che-non-c’è per ogni bambino, e sono tutte differenti”
La storia di base è molto simile a quella raccontata da Walt Disney: l’incontro con Wendy e i suoi fratellini, la richiesta di Peter Pan di portare Wendy all’Isola che non c’è per fare da mamma, l’incontro coi pirati, le fate come Campanellino, la polvere di fata per permettere a volare e gli indiani (questi mancano nel film disneyano). Nella prima edizione Peter ha sette anni (la stessa età di J. M. Barrie quando perse il fratello di 14 anni e si sostituì a lui per far piacere alla mamma). Nelle versioni successive è l’adolescente che conosciamo.
L’eterno fanciullo
Peter Pan è l’eterno fanciullo che non vuole crescere. In genere l’appellativo di Peter Pan si dà a quegli uomini, dopo i trent’anni, che si comportano ancora da adolescenti senza assumersi responsabilità. Se una donna di 30 anni e oltre non si prende responsabilità non viene definita una Peter Pan, termine comunque che ha un’accezione gioiosa e positiva con il mito di un ragazzo che sa volare, è idealista, combatte contro i cattivi. La donna che non vuole assumere i propri doveri è solo una che non vuole crescere. Una ragazzina. Nemmeno le si dà dell’Alice nel Paese delle Meraviglie, per dire. Ma torniamo al nostro eroe: perché non vuol crescere, sposarsi e avere figli come tutti gli altri? Probabilmente perché sull’Isola che non c’è, lui è libero come l’aria. Non ha bisogni e necessità: si preoccupa dei bimbi sperduti (quindi non è vero che non prenda responsabilità). È sicuramente un sognatore. Lo stesso non può dirsi degli uomini di cui sopra…
Trasposizioni cinematografiche
Essendo la storia di Peter Pan una bella favola, sempre aperta in cui mille potrebbero essere i finali, ha avuto fortuna con varie trasposizioni cinematografiche (ricordiamoci che parte da un testo teatrale), oltre a quella già citata della Disney.

Dal film Pan, 2015, regia di Joe Wright
Sicuramente vi sono altri film, ma anche telefilm in cui si parla del bimbo sperduto che impara a volare. Edoardo Bennato scrisse memorabili canzoni dedicate proprio al libro Peter Pan.
Perché Peter Pan ha avuto tanta fortuna?
Peter Pan ha avuto trasposizioni teatrali, cinematografiche, musicali: viene continuamente citato. Ma perché così tanta fortuna? Forse perché, o lo si odia o lo si ama, è un personaggio carismatico. Ci ricorda il fanciullo che era in noi. Ci fa ricordare che anche noi avremmo voluto volare e conoscere l’Isola che non c’è.
“Seconda stella a destra, questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino”
Roberta Jannetti