
La magia dell’estate
Adoro l’estate. In autunno divento malinconica e assente vivendo nel suo ricordo, in inverno bramo gelata il suo odore, in primavera assaporo l’attesa come un amante che conta i giorni che lo dividono dall’amata.
Ma poi l’estate arriva. Generalmente, arriva sempre. E io torno a vivere. Peccato che, insieme a me, torna a vivere anche il popolo dei vacanzieri. Orde di gente si riversa sulle spiagge, cavallette in ciabatte invadono le città, ciclisti in gruppi da cinquanta pedalano sudanti su vie a senso unico. E fin qui… Il problema è solo mio che non sopporto la gente.
Non illudetevi. Ci sono per tutti i gusti, ci riguardano tutti. E non solo.
Ci sono quelli che fumano e sotterrano le cicche sotto la sabbia, perché si sa che lì spariscono miracolosamente.
Quelli che si ungono con creme e oli antisole a buon mercato creando sull’acqua una patina oleosa di venti metri intorno a loro ogni volta che si fanno il bagno.
Quelli che, dopo una giornata al lago, si lavano con shampoo e bagno doccia. Nel lago. Perché l’igiene è importante.
Quelli che pensano che i braccioli mezzi sgonfi del pargolo non serviranno più e li lasciano per ricordo in spiaggia.
Quelli che si rinfrescano di birra e vogliono partecipare alla decomposizione del vetro abbandonando le bottiglie in giro. Perché ci mette più di 2000 anni a scomparire ed è bello far parte della storia.
Quelli che sputano le gomme per terra. Perché se la mangi è biodegradabile.
Quelli che fanno le passeggiate nei boschi e incidono i loro nomi sugli alberi. Perché è importante conoscere i nomi dei cretini.
E la lista continua. Ebbene, a tutti questi voglio dire una cosa:
Tranquilli, i vostri sforzi saranno ripagati. Un domani i vostri figli nuoteranno nella plastica — che vi era tanto cara — e respireranno a pieni polmoni polveri sottili. Perché l’estate arriva. Arriva sempre.