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Le poesie di Blogentheos

Il guaio

Il guaio viene
quand’uno cade
dentro di sé,
sul lastrico peggiore
che si conosca:
il vuoto fervido
d’abisso marcio
che ci sprofonda
l’essenza umana.
Che poi si crede,
per sciocca idea,
di potersi rialzare
facendo sponda
sul bene altrui,
su qualche blanda
carezza infame
di vera pelle
e per giunta nuda.
Il guaio è questo,
che muore un giorno
e la notte porta
un peggior consiglio:
di slacciarsi il cuore
e cavarne il petto
e deporlo piano
fra le mani timide
di chi ne ha rispetto.
Oppure no,
non gliene importa
e finisce male.
È questo il sunto
di ciò che in gergo
si chiama amore
e si legge guaio,
danno sublime
d’essenza vana
e durata interna.
Perché il guaio
è dentro
ma lo si fa fuori,
s’uccide in mezzo
ad abbracci spenti
di fiamma fatua
e colori tenui
di sesso rosa
in passione morsa
perfino al sangue.
Il guaio è addio
vestito male
e spogliato in fretta.
Ora che ci ripenso,
d’ogni menzogna
resta vergogna.
E lasciami stare,
fa ancora male.

Orazio C.