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Un dolore perfetto che non lascia scampo

IL DOLORE PERFETTO  di Ugo Ricciarelli. Premio Strega 2004. Arnoldo Mondadori Editore

Il dolore perfetto è un libro che ci riporta allo stile romanzesco del 1800. Infatti racconta la storia di una famiglia in un paesino toscano, Colle, dalla fine dell’ottocento alla fine della Seconda Guerra Mondiale, intrecciata alla storia di una seconda famiglia.

La prima famiglia è composta dal “Maestro”, un anarchico arrivato al paesino toscano dal sud Italia, che si innamora, ma senza mai sposarla della “vedova” Bartoli da cui avrà 4 figli, i cui nomi sono molto indicativi: Ideale, Mickail, Libertà e Cafiero.

La seconda famiglia è quella dei Bertorelli, ricchi commercianti di maiali: furbi rappresentanti di quelle persone che sanno sempre annusare dove spira il vento buono, sapendo adeguarsi e approfittarsi di qualsiasi situazione.

La prima casa, quella del Maestro, rappresenta tutte quelle persone i cui ideali vengono sempre prima di qualsiasi altra cosa: a costo della vita, di essere torturati, di diventare poveri e disprezzati da tutti. La purezza ed integrità che non portano a nulla.

La seconda casa, composta da un capofamiglia, Ulisse Bertarelli, egoista, violento e abituato solo al commercio dei maiali e quindi a trattare anche la scelta di una moglie come fosse un animale, si unisce alla prima quando la primogenita Annina si unisce con Cafiero, uno dei figli del Maestro e della Vedova.

Il dolore perfetto è un libro drammatico che sembra riprendere i temi della saga familiare cari al Verga dei Malavoglia o a Thomas Mann con i  Buddenbrock. Tutto ciò che sembra andare male andrà sempre peggiorando, senza speranza. Interi membri di quelle famiglie sembrano essere perseguitate dalla sfortuna o da un casus avverso, proprio come i loro predecessori di quei romanzi ottocenteschi.

Il libro è raccontato secondo i canoni classici del racconto, in maniera poetica e con una narazione fluida.

Questo perfetto dolore non lascia scampo: non c’è traccia alcuna di ottimismo nel romanzo, ma solo sofferenza e angoscia. La Storia incalza con le sue lotte sociali, lotte di potere e irreversibile progresso. E la tragedia incalza nelle vicende private dei protagonisti. Tutto sembra essere semplice e assolutamente preannunciato nel titolo del libro, perché il dolore perfetto è quello che tutti hanno o paventano: ovvero la lotta per la sopravvivenza o per la speranza che la nostra vita possa scorrere serena, pur sapendo che il dramma della vita può manifestarsi in qualsiasi momento.

Roberta Jannetti