Sui temperamenti – introduzione
Nei miei libri spesso nomino i temperamenti.
Da più parti mi è stato chiesto cosa intendo con la parola “temperamento”.
Per rispondere a questa domanda, devo prima confessare quale sia la filosofia che più di ogni altra ha risuonato in me come vera. Vera non come credibile, ma vera come già presente nella mia interiorità: l’Antroposofia di Rudolf Steiner. Dato che devo parlare di temperamenti e non di Antroposofia, di quest’ultima dirò soltanto che:
“L’antroposofia è una via della conoscenza che vorrebbe condurre lo spirituale che è nell’uomo allo spirituale che è nell’universo”
(Massime antroposofiche, Rudolf Steiner).
Steiner, grande pensatore, e si può ben dirlo di lui dato che a distanza di quasi cento anni dalla sua morte i suoi semi continuano a germogliare e a dar frutti, ha approfondito lo studio sui temperamenti – studio non certo nuovo, dato che affonda le origini in quelli medici dell’antica Grecia – dandogli una definizione che ha gettato luce sulla loro qualità precipua, contenuta nel nome stesso, che è quella di “temperare”, mediare, raccordare.
Cosa sono i temperamenti
Invece di riassumerne la spiegazione, ritengo più efficace usare le sue parole, tratte dal suo piccolo capolavoro sull’argomento, che in poche pagine fa un riassunto che riesce da solo a darne un’ampia visione: “Il segreto dei temperamenti umani” (Editrice antroposofica):
“Fra l’elemento che rechiamo con noi dalla nostra vita precedente e quello che ci viene dato da famiglia, avi e razza, esiste un quid intermedio che ha qualità più generiche, e insieme capace di individualizzazione. Tale quid, che si trova in mezzo tra la linea ereditaria e la linea della nostra individualità, si esprime nella parola temperamento.”
E prosegue facendo notare che il temperamento se da un lato individualizza l’essere, dall’altro lo accomuna a tutti quelli che presentano la stessa prevalenza, dividendosi i temperamenti in quattro gruppi: sanguinico, collerico, flemmatico, malinconico. Uso ancora le sue parole, tratte sempre dallo stesso libro:
“La parola temperamento ci mostra subito che gli enigmi sono tanti quanti gli uomini. La molteplicità e diversità degli uomini nell’ambito stesso dei tipi fondamentali, dei toni fondamentali, è tale da giustificare l’opinione che il vero e proprio enigma dell’esistenza si esprima nella peculiare disposizione di base dell’essere umano, detta temperamento. Dove poi l’enigma opera nella pratica diretta della vita, ha una sua importanza la colorazione di base dell’essere umano. (…) In sostanza è vero che ognuno ci si presenta con un temperamento suo speciale; tuttavia possiamo distinguere diversi gruppi di temperamenti. Parliamo principalmente di quattro temperamenti: il sanguinico, il collerico, il flemmatico e il malinconico. Sebbene nella sua applicazione al singolo individuo questa divisione non sia del tutto giusta, possiamo in generale distinguere gli uomini in quattro gruppi secondo il loro temperamento; anche se nel singolo i temperamenti sono mischiati nel modo più vario, si può solo parlare di una prevalenza di questo o quel temperamento in questo o quel tratto caratteristico di un uomo. Già dal fatto che il temperamento da un lato individualizza gli uomini e li rende diversi, e dall’altro li riunisce in gruppi, ci dimostra che il temperamento deve avere a che fare da un lato con l’intimo nucleo essenziale umano, e dall’altro con la natura umana in genere.”
Gli esseri umani presentano una preponderanza di uno o due temperamenti, ma ognuno di noi, più o meno, li attraversa tutti: l’infanzia è normalmente sanguinica, la giovinezza collerica, l’età adulta sviluppa una sana dose di malinconia, mentre la vecchiaia favorisce la flemma.
Lo studio dei temperamenti è fondamentale per affrontare l’infanzia, sia da parte degli educatori sia da parte dei genitori. Steiner, in “Arte dell’educazione”, dettaglia l’argomento e dà specifiche indicazioni per metterne a frutto la conoscenza. Convincere un bimbo sanguinico a portare a termine un compito, a esempio, richiederà modalità totalmente contrapposte a quelle che servono per convincerne uno flemmatico. E via così, per tutti gli aspetti evolutivi dei bambini.
Ma tale conoscenza è importante anche nelle relazioni tra adulti. Sapere con “chi” stiamo parlando ci aiuta a comunicare nel modo più efficace, e anche a comprendere l’altro in modo più immediato.
Certo: negli adulti è più complesso riconoscere il temperamento dominante. Accanto a esso convivono gli altri, alcuni con più forza, modulandone la manifestazione esteriore.
E del resto, come diceva Shakespeare, si diventa così bravi a recitare una parte da riuscire a mutare addirittura l’atteggiamento di fondo a seconda della situazione o di chi abbiamo di fronte.
Segue un piccolo excursus sulle qualità di ogni temperamento, specificando che quando dico “sensibilità” intendo la ricettività al mondo esterno, e quando dico “forza” intendo la capacità di rivelarsi, e ribadendo che il mio è solo un accenno di un argomento interessantissimo da approfondire, anche per conoscere meglio sé stessi. Per ulteriori dettagli nella descrizione delle caratteristiche fisiche, della reazione ai rapporti con gli altri, dell’attitudine ad attività professionali, artistiche, sociali, delle patologie tipiche, dei modi in cui controllare un eccesso di unilateralità, delle affinità con le stagioni, i colori, le fasi della vita, degli abbinamenti più equilibrati (es: un collerico-flemmatico è un leader eccellente, poiché “tempera” la volitività con il distacco; un sanguinico-malinconico mostrerà inevitabilmente doti artistiche superiori alla media, poiché all’ariosità del suo carattere affiancherà un’attitudine allo studio e all’esercizio, indispensabile a consolidare il talento; tale individuazione è utile anche per la scelta del proprio partner sentimentale, e in quella dei partner professionali, di studio, d’avventura), e di altre peculiarità dei temperamenti, vi rimando allo studio diretto dei libri di Rudolf Steiner e dei suoi studiosi: oltre a quelli citati, interessanti sono i testi di Glas Norbert, Giuseppe De Luca, Peter Selg e, con attenzione all’alimentazione più adeguata per ogni temperamento, Emma Graf. Sicuramente ne sto dimenticando qualcuno.
Quali sono i tipi di temperamento
Il sanguinico
Ha elevata sensibilità agli stimoli esterni e scarsa forza interna, si caratterizza per la fugace vita che hanno i suoi interessi e per l’amore verso il cambiamento. Si appassiona facilmente a un progetto, un oggetto, una persona, un ideale, e altrettanto facilmente tende ad accantonarli. È particolarmente adatto ad attività dinamiche, ma che non richiedono un impegno costante e ripetitivo. Tutto cambia se la passione è per qualcosa o qualcuno che lo tocca nel profondo, che gli apre uno squarcio verso la propria superiore realizzazione: allora diventa addirittura maniacale nel suo perseguimento. Il sanguinico è collegato alla sfera del sentimento (evidente soprattutto nel bambino). Desidera essere amato e facilmente ama. Bello e flessuoso, fisicamente tende al cielo, all’etere. È dinamico, poetico e leggero, vicino alla luce e all’aria (Mozart, genio e sregolatezza). Suo colore caratteristico è il giallo. Viene associato alla primavera. L’età in cui si manifesta in modo più evidente l’aspetto sanguinico del temperamento è quella infantile.
Il collerico
Tra i temperamenti umani è quello che ha la più grande capacità di estrinsecare sé stesso, ma questo non significa che sia il temperamento di maggior valore, infatti è molto condizionato dalla propria reattività, e l’esser dotato sia di forza che di sensibilità agli stimoli esterni non lo protegge dalle unilateralità delle sue reazioni, troppo spesso impulsive e irruenti. Il collerico è determinato e costante nel perseguimento dei suoi obiettivi, ma essendo predisposto all’azione più che alla riflessione rischia di cadere in eccessi comportamentali. È determinato da un forte Io, vuole far emergere la propria individualità. Vive nell’azione, è dominato da forze di volontà, da energia e calore – fuoco. Quando riesce a controllare gli impulsi egocentrici è un condottiero affidabile e generoso. Si manifesta spesso in un fisico compatto, a volte tarchiato (Napoleone, il condottiero che prende decisioni fulminee), non necessariamente basso. Il suo colore dominante è il rosso. La stagione che lo rappresenta è l’estate. L’età in cui si manifesta in modo più evidente l’aspetto collerico del temperamento è quella adolescenziale e giovanile.
Il flemmatico
Ha scarsa forza e scarsa sensibilità agli stimoli esterni, in lui prevale la tendenza alla pigrizia e alla vita vegetativa: ama mangiare, non soffre di sensi di colpa quando trova l’occasione per riposare, meglio ancora se satollo. Non ama le attività faticose, e predilige quelle che richiedono precisione e meticolosità, come il collezionismo o i lavori di archiviazione. Sereno, pacifico, sistematico, disponibile, per certi aspetti imperturbabile, tende a isolarsi dal mondo, che osserva con divertimento distaccato. Ottimo moderatore. Le soluzioni gli vengono dalla pancia, avendo una saggezza istintiva. È collegato al sistema ghiandolare e linfatico. È espressione del vitale, del fluido: è affine all’acqua. Ha spesso un fisico che manca di tono, e che vive nella digestione e nella lentezza radicale (Bach, con i suoi movimenti musicali alla ricerca della perfezione assoluta). Il suo colore è il verde. La stagione che lo rappresenta è l’inverno. L’età in cui si manifesta in modo più evidente l’aspetto flemmatico del temperamento è quella senile.
Il malinconico
È dotato di elevata forza e scarsa sensibilità agli stimoli esterni, che gli conferiscono fermezza nei propri propositi e nel perseguimento dei propri obiettivi, dato che non si lascia distrarre dagli eventi esterni. Introverso, è forte nel pensare, vive nell’interiorità ed è affine all’oscurità (Nominare un personaggio famoso è difficile: questo temperamento ha caratterizzato numerosi grandi geni in tutti i campi del sapere e dell’arte e dello spettacolo, tra cui molti comici: anche se sembra paradossale, il malinconico ha un fortissimo senso dell’umorismo). Come il collerico ha un ego fortemente sviluppato, ma mentre nel primo è tutto proiettato all’esterno per prenderne possesso, nel malinconico, quell’ego serve a riflettere principalmente su sé stesso, per cercare di comprendere il motivo di tanta sofferenza. È legato al fisico, di cui sente il peso, e il suo elemento caratterizzante è la terra. La sua fisicità è spesso sottile e piegata, come se le sue spalle dovessero sostenere il mondo intero. Il suo colore è il blu. L’età in cui si manifesta in modo più evidente l’aspetto malinconico del temperamento è quella adulta.