Leggere o rileggere, è questo il quesito
Il titolo vuole essere una provocazione: meglio leggere libri di cui non ricorderemo nulla o rileggere libri che vorremmo ricordare per sempre? Una cosa esclude davvero l’altra? E poi, se esistono libri indimenticabili, perché dovremmo dimenticarli?
Tante domande di cui non so la risposta. Quello che so è che credo di aver trovato il mio personalissimo criterio di scelta delle letture: voglio leggere soltanto libri che rileggerò. Ma come si fa a sapere quali sono i libri che uno vorrà rileggere se non li ha ancora letti e perché mai li vorrebbe rileggere?
Perché rileggere un libro
Partiamo da questo interrogativo: perché uno dovrebbe voler rileggere un libro? Sospetto che la risposta a questa domanda, o, meglio, le risposte, siano molto personali. Cercherò quindi di fornirne alcune più generiche, anche se non mi dispiacerebbe affatto scoprire le ragioni di rilettura di ogni singolo lettore. Inoltre, proverò a fare un esempio (sempre personale) per ciascuna delle risposte.
- rileggere un libro per capire meglio ciò di che parla.
A volte leggiamo così di fretta o soprappensiero da ritrovarci a fine libro a fissare la copertina e domandarci: ” ma di cosa parlava, questo libro?”. Certo, forse la mia è un po’ un’esagerazione, eppure non penso sia uno scenario così improbabile. La lettura veloce o, al contrario, molto lenta – per lenta intendo una lettura spesso interrotta e ripresa nell’arco di un lungo tempo – può avere come conseguenza quella di aver perso il filo della storia, o di aver letto superficialmente interi passaggi o di, semplicemente, non aver capito niente. Se il libro vale, rileggerlo ci verrà spontaneo.
Si può però non capire un libro (o voler approfondire) anche se la lettura iniziale è stata attenta. Esistono tanti libri che esprimono concetti complessi o che usano un linguaggio ostico o libri la cui traduzione non è il massimo, quindi la rilettura è sempre una valida soluzione.
Esempio: Gente di Dublino di James Joyce. Non l’ho capito la prima volta, ma, ahimè, neanche in seguito.
- rileggere un libro per scoprire tutte le sue sfaccettature.
Ci sono libri che danno una soddisfazione immediata e che più leggi, più vorresti leggere. Così, arrivati in fondo alla storia, ci si rende conto di aver spacchettato soltanto la superficie e che, sotto allo strato di immediatezza, c’è dell’altro. Allora si rilegge per scoprirlo. (Qui trovate 17 libri da rileggere per trovare il significato nascosto nella trama)
Esempio: Ritratto di signora di Henry James. Un libro talmente bello da non poter smettere di leggere, nonostante la netta sensazione di essermi persa qualcosa.
- rileggere un libro per il piacere della lettura.
Esistono libri che hanno una proprietà di linguaggio o un potere descrittivo tale da stupire il lettore fino a indurlo a voler rileggerlo.
Esempio: Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust. Che dire, la spiaggia di Balbec mi sembrava vera.
- rileggere un libro per scoprire se proviamo le stesse emozioni della prima volta.
Spesso (e specialmente con alcuni classici) capita di leggere certi libri in giovane età e di provare certi sentimenti al riguardo. Con il passare degli anni i gusti possono cambiare e i sentimenti maturare, quindi può venire voglia di scoprire se un certo libro letto in uno specifico periodo della nostra vita e che ha scaturito in noi certi sentimenti sarà in grado di farlo allo stesso modo. O di più. O di meno. (In questo articolo trovate 10 libri da rileggere dopo i 30 anni)
Esempio: Robinson Crusoe di Daniel Defoe. Interpretata come una storia avventurosa in gioventù, ora il libro mi è parso un pretesto (un filo ambizioso) per un’analisi della psiche umana.
Quali libri rileggere
Considerata la premessa, se si vogliono leggere soltanto libri da rileggere, si pone anzitutto il quesito di quali libri leggere.
- I classici. Sì, ma ce ne sono una miriade, quali classici? Beh, tutti. Poi si rileggono soltanto quelli che hanno costantemente qualcosa di nuovo da dire. O quelli che ci piacciono.
- I libri che fanno star bene. C’è sempre bisogno di un po’ più di allegria.
- I libri che fanno star male. Per scoprire l’antidoto al dolore rileggendoli.
- I libri che stanno a cuore a qualcuno che ci sta a cuore. Il perché è intrinseco.
- I libri dalla copertina bella. Ci siete cascati, eh?
Direi che può anche bastare, d’altronde già per il primo punto non basta una vita intera.
Conclusione
Provocazioni a parte, liste di libri da leggere almeno una volta nella vita a parte, suggerimenti a parte, leggete quello che vi pare. Basta che leggete.
Annabelle Lee