Descrizione
Anno 2021, pandemia Covid Sars-19, secondo lockdown.
Entrano in contatto in rete e inizia un dialogo a distanza tra due mondi diversi. Il progetto dell’Officina nasce da sé, con uno spontaneo ricamo di Laura intorno ai quadri di Federico; in essi si spazia dai riferimenti alla letteratura (Baudelaire, Kafka, Conrad, Melville, Wells, tra gli altri), alla musica (Dylan su tutti, Pink Floyd, John Zorn), alla pittura (capita di incontrare, a esempio, la citazione de: Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo di Albrecht Dürer, a cui Laura aggiunge la figura della Strega,nattingendo a sua volta dal racconto omonimo di Silvana De Mari), fino alle ‘apocalissi’ del ‘900 – basti
pensare alle opere di Federico dedicate all’11 settembre 2001, come “La nave” o all’intero ciclo su Primo Levi, qui rappresentato dall’opera: “I sommersi e i salvati”.
Le tele offrono occasione di sperimentazione sul ricordo – quando non lo creano -, sul femminile e sul maschile, sullo scandalo dell’umano, sulla trasfigurazione del reale.
È così che, in mezzo a scorci quotidiani fatti di intimità e assenze, suggestioni atemporali o storiche prendono parola all’improvviso, confermando, se mai ce ne fosse bisogno, che l’esperienza soggettiva non è mai solo un fatto squisitamente individuale, ma è anche parte di un vissuto collettivo, di un incessante mormorio di fondo. Una piccola e inessenziale macchina del tempo, questo libro, nato fra quattro più quattro pareti, ma frutto di ascolto – reciproco e del “rumore del mondo”.
Che quello di Laura e Federico, poi, sia citazionismo o meno, loro si sono divertiti, o, almeno, così dicono.