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Le melanzane in letteratura

Molti adorano mangiare le melanzane in ogni sua forma e modo (ad esempio la sottoscritta), molti le trovano detestabili (con disappunto della sottoscritta): nel bene o nel male le melanzane sono un cibo e una verdura importante e di tutto rispetto. Le melanzane sono state celebrate e nominate in vari libri da autori molto celebri.


Le melanzane e Gabriel Garcia Marquez

Gabriel Garcia Marquez parla spesso di cibo nei suoi libri, come ci spiega un articolo del Gambero Rosso  le melanzane vengono citate in L’amore ai tempi del colera: prima detestate e poi grandemente amate da una delle protagoniste, Fermina Daza.

Detestava le melanzane fin da bambina, prima ancora di averle assaggiate, perché le era sembrato che avessero un colore di veleno”.

Fermina, da bambina le odia per il colore scuro: durante il banchetto dopo la morte della suocera, scopre di adorarle, quasi ci fosse una crescita nl personaggio che, non solo evolve nei confronti del cibo, ma anche del carattere.

Perse con eleganza: a partire da allora nella vita di La Manga furono servite melanzane in tutti i modi possibili”.

Dalla Sicilia le melanzane di Montalbano

…Appena aperto il frigorifero, la vide. La caponatina! Sciavuròsa, colorita, abbondante, riempiva un piatto funnùto, una porzione per almeno quattro pirsone. Erano mesi che la cammarera Adelina non gliela faceva trovare. Il pane, nel sacco di plastica, era fresco, accattato nella matinata. Naturali, spontanee, gli acchianarono in bocca le note della marcia trionfale dell’Aida. Canticchiando raprì la porta finestra dopo aver addrumato la luce nella verandina. Si, la notte era frisca, ma avrebbe consentito la mangiata all’aperto. Conzò il tavolinetto. Portò fora il piatto, il vino e il pane e s’assittò

(Andrea Camilleri)

Questo vegetale così gustoso e prelibato, molto utilizzato in Sicilia, non poteva non essere più e più volte citato da Camilleri nel suo Montalbano. Ci regala molte idee e ricette tipiche della sua terra natìa: dalla Pasta incasciata di melanzane, alla tradizionale e squisita Parmigiana di melanzane, agli involtini di melanzane e ricotta, fino alla deliziosa Caponata di Adelina (che abbiamo appena citato).

“Andò a casa, si mise il costume da bagno, fece una nuotata lunghissima, rientrò, s’asciugò, non si rivestì, nel frigorifero non c’era niente, nel forno troneggiava una teglia con quattro enormi porzioni di pasta ‘ncasciata, piatto degno dell’Olimpo, se ne mangiò due porzioni, rimise la teglia nel forno, puntò la sveglia, dormì piombigno per un’ora, si alzò, fece la doccia, si rivestì coi jeans e la camicia già allordati, arrivò in ufficio.” 

(Il cane di Terracotta – Andrea Camilleri).

Restiamo in Sicilia dove uno straordinario Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo ci fa assaporare un timballo di maccheroni in cui compaiono delle melanzane soffritte da leccarsi i baffi.

“L’oro brunito dell’involucro, la fragranza di zucchero e di cannella che ne emanava, non era che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dall’interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un fumo carico di aromi e si scorgevano poi i fegatini di pollo, le ovette dure, le sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi nella massa untuosa, caldissima dei maccheroni corti, cui l’estratto di carne conferiva un prezioso color camoscio.” 

Se siete curiosi della ricetta della pasta incasciata e del timballo di maccheroni, le potete trovare qui.

Per la ricetta della caponatina vi consiglio questo sito

Un vegetale versatile e gustosissimo che si presta a mille ricette e varianti per tutti i gusti: si sposa con primi e con secondi. Io vi consiglio di provare nuovamente ad assaggiarle, se non vi piacessero, come ha fatto la nostra Fermina Daza in Cent’anni di solitudine.

Roberta Jannetti

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