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Lo spauracchio dello spoiler

Lo spauracchio dello spoiler

Ho sempre iniziato i libri dalla fine. Roba da far svenire i puristi della lettura. O quelli che: “di che parla?, ma senza fare spoiler!”. O quelli che, ora che – per una terribile misfortuna – sono venuti a sapere come finisce il libro che leggono non riescono a proseguire nella lettura. Ma io voglio sapere cosa aspettarmi, di che morte devo morire (letteralmente parlando), insomma: voglio sapere dall’inizio la fine. In questo modo, non devo preoccuparmi d’altro che del libro.

Così, partiamo dall’inizio. O, in questo caso, dalla fine.

“I libri migliori sono proprio quelli che ci dicono quel che già sappiamo.”

George Orwell

Cos’è lo spoiler

Di origine anglosassone derivata dal verbo to spoil (rovinare, viziare, guastare), a sua volta derivata dal francese antico espoilier (svestire), a sua volta derivata dal latino spoliare (deprivare, derubare) – e tutto torna –  la parola spoiler è entrata nel nostro vocabolario nei primi anni 2000, con l’avvento delle serie tv e la paura di, non potendo sempre tenere il passo, farsi rovinare il finale da qualche amico più aggiornato. L’Accademia della Crusca sancisce il suo utilizzo nel 2004. Largamente utilizzata oggigiorno, la parola spoiler non ha più segreti. Spoilerare, dunque (che parola orrenda), significa raccontare il finale e/o i punti salienti di un film o un libro, rovinando così a chi lo sta guardando/leggendo il gusto della sorpresa. Ma si tratta davvero di questo?

“Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.”

Marcel Proust

Lo spauracchio dello spoiler

Perché abbiamo paura dello spoiler

A una prima occhiata, la domanda racchiude già la risposta, dunque é una domanda sciocca: abbiamo paura di farci rovinare il finale per non rovinarci il finale. Andiamo però un po’ più a fondo alle cose e vediamo cosa implica lo spoiler, qual è la sua vera rovina o, meglio, cosa sta davvero rovinando.

Mettiamo che stiate leggendo un libro, arrivo io e, con la mia solita grazia:

– Ah, bello! Me lo ricordo: è quello in cui muoiono tutti. Lettura stupenda, complimenti!

D’accordo, vi ho spoilerato il finale, ma non c’è bisogno di odiarmi per questo. Non c’è bisogno di odiare in generale, l’odio rovina in primis il fegato di chi lo prova, ma questa, come sempre, è un’altra storia. Stavamo dicendo: sì, ho spifferato come finisce il libro. Vediamo però come ciò inficia sulla nostra lettura. In quale modo, il fatto di sapere il finale, cambierà il nostro modo di percepire ciò che leggiamo? Non saremo più in grado di apprezzare i personaggi sapendo che essi muoiono? Non simpatizzeremo più con i buoni né temeremo più i cattivi dato che la loro sorte è tracciata? Non saremmo forse più in grado di apprezzare la trama, di farci domande, di immedesimarci in questa o in quella situazione? Il libro, la sua essenza, muterà? O muterà magari la nostra percezione del libro?

A tutte queste domande si può rispondere in modo affermativo o negativo, e fin qui non ho nulla da obiettare. Ora però, arrivo con la vera domanda:

Perché leggiamo

Leggiamo un libro per vedere come finisce? O lo leggiamo per il piacere della lettura, per il viaggio interiore, per i nuovi mondi che ci apre dinanzi, per il sogno, per i ragionamenti del detective nel risolvere il mistero, per la bellezza delle parole e per mille altre ragioni?

Non so rispondere per gli altri, posso solo pensare che un libro è come la vita: il suo senso non è nell’epilogo, ma nel suo svolgimento. Il finale nella vita è già scritto, perché dovrebbe disturbarmi sapere quello di un libro, prima di averlo già letto? Forse la chiave di tutto si trova esattamente nella risposta a questo quesito. Perché forse non vogliamo spoiler per poterci immaginare noi il finale. O perché abbiamo paura del finale? E, se la risposta è sì, anche il mio bisogno di sapere come finisce il libro prima di leggerlo è soltanto un modo per esorcizzare quella paura.

“Se vogliamo conoscere il senso dell’esistenza, dobbiamo aprire un libro: là in fondo, nell’angolo più oscuro del capitolo, c’è una frase scritta apposta per noi.

Pietro Citati

Lo spauracchio dello spoiler

 

Conclusioni

Paura?

“Niente affatto. Sfidiamo i presagi. Anche nella caduta di un passero c’è la mano della provvidenza. Se è ora non è dopo; se non è dopo sarà ora; se non è ora dovrà pure succedere. Essere pronti è tutto. Visto che nessuno, di ciò che lascia sa nulla, che importa andarsene un po’ prima? Che sia.”

Shakespeare – Amleto

 

 

Annabelle Lee