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Il blocco dello scrittore

Il blocco dello scrittore o la crisi creativa

Cosa si può scrivere quando si ha una crisi creativa? Sulla crisi creativa, naturalmente.

Anzitutto: cos’è la creatività, da dove arriva, da cosa scaturisce? Perché alcune persone sono più creative di altre? Se cercate qui le risposte, mi dispiace, non è un articolo divulgativo. L’autore è in crisi creativa e ha solo domande. Ripeto: questo non è un articolo divulgativo e tantomeno risolutivo, dunque non offre alcuna soluzione.

Comunque, tornando alle persone creative e alla creatività, quest’ultima deve avere a che fare con una parte del cervello, che alcuni sfruttano più degli altri, mentre altri sfruttano la parte predisposta all’analisi, ecc. Si potrebbe, malevolmente, sospettare che ad alcuni manchi completamente sia la parte creativa che quella analitica, addirittura che manchino loro praticamente tutte le parti del cervello, ma ciò è impossibile. Inoltre, tale sospetto deriva da un’osservazione soggettiva, dunque è un giudizio, anzi: un pregiudizio. Da che pulpito, poi. Da uno che si crede un creativo e poi non crea. Inoltre, sto divagando.

Definizione CREATIVITÀ

creatività s. f. [der. di creativo]. – Virtù creativa, capacità di creare con l’intelletto, con la fantasia. In psicologia, il termine è stato assunto a indicare un processo di dinamica intellettuale che ha come fattori caratterizzanti: particolare sensibilità ai problemi, capacità di produrre idee, originalità nell’ideare, capacità di sintesi e di analisi, capacità di definire e strutturare in modo nuovo le proprie esperienze e conoscenze. (Treccani)

Nota: a quanto pare (secondo la Treccani), la capacità di analisi rientra sempre nell’ambito della creatività. E se diversi studi relegavano la creatività all’emisfero destro del cervello, mentre quello sinistro era dedicato alla razionalità, approfondimenti della neuroscienza hanno portato alla luce maggiori complessità. La creatività, infatti, sembra essere il risultato di complicate interazioni fra diversi processi cognitivi ed emozioni, coinvolgendo dunque varie aree cerebrali (per approfondire vi consiglio questo interessante articolo sul sito State of mind – il Giornale delle Scienze Psicologiche).

Il blocco dello scrittore

Il blocco dello scrittore

Se sul blocco del lettore avevo le idee chiare (e, se questa problematica ha colpito anche voi, vi invito ad andare a leggere il mio articolo), il blocco dello scrittore è tutt’altra cosa. Si sono già versati fiumi d’inchiostro sull’argomento – o forse è meglio dire “fiumi di pixel” – e nulla è segreto o sconosciuto in proposito. Quello che resta di segreto o di sconosciuto è sempre la solita storia. L’animo umano. Si è capito l’emisfero destro del cervello, quello sinistro, la corteccia prefrontale e altre latitudini, ma l’animo resta uno sconosciuto.

L’unicità di ogni essere umano impedisce infatti una vera categorizzazione dell’argomento. Il senso d’impotenza, la frustrazione o la delusione che magari accomunano gli scrittori colpiti da tale blocco possono sembrare “sintomi” uguali, ma il modo in cui essi vengono percepiti e vissuti sono innegabilmente diversi per ognuno di loro. E se i sintomi della stessa malattia possono variare leggermente d’intensità in pazienti diversi in base anche alla personale soglia di resistenza del corpo, i “sintomi” del blocco dello scrittore variano in base alla resistenza dell’anima.

Le cause del blocco dello scrittore

La premessa necessaria prima di elencare alcune possibili cause per la nostra problematica è che il blocco dello scrittore non è reale. Non agitatevi: so che siete bloccati, che non riuscite a mettere insieme due parole e che la creatività è morta. Lo so. Basta guardarmi. Non si tratta però di una vera fine. In altre parole, il talento, la creatività, la fantasia e la capacità di scrivere sono esattamente quelle di prima. Ah, è chiaro che, se mancavano già in partenza, di miracoli non se ne parla. Ma se a un certo punto della propria vita o carriera creativa ci si ritrova a fissare il vuoto di una pagina, la ragione non è quella di aver perduto la creatività. Lo stesso vale per un pittore o per un compositore, o per chiunque si trova alle prese con la “creazione” (e che non sia Dio). La capacità di creare è sempre lì dov’è sempre stata. Qualcosa la ostacola, la blocca appunto, impedendole di riversarsi sulle pagine e scrivere il nuovo best-seller dell’anno o di dipingere la nuova Mona Lisa. Di cosa si tratta? Provate a indovinare. Forza, non è difficile! Qual è la principale ragione per la quasi totalità dei mali contemporanei? Si tratta di una parola che racchiude tutto e non dice niente: stress.

Preoccupazioni, ansie e paure creano non pochi danni, perché non dovrebbero influire anche sulla creatività? Infatti lo fanno, ed eccovi lì imbambolati a dover fare senza però fare. E possiamo aprire un dibattito sul “dovere” di creare, ma il dovere dello scrittore è quello di scrivere, chiuso il dibattito.

Ah, una cosa! Se la causa del vostro blocco dello scrittore rientra anche minimamente nella pressoché infinita categoria definita “stress”, per risolverlo è inutile che vi precipitiate a leggere Come superare il blocco dello scrittore. È molto più semplice: per risolvere il blocco dello scrittore dovete risolvere la causa della preoccupazione che vi affligge. Tutto qua.

È anche vero che moltissimi scrittori (o in generale artisti) hanno prodotto dei capolavori irraggiungibili pur vivendo situazioni di terribile stress, angoscia e preoccupazione. Basta pensare a Dostoevskij e alla sua incredibile e tormentata vita (padre ucciso, lui condannato a morte poi inviato ai lavori forzati, epilettico, giocatore d’azzardo e sommerso da debiti), ma qui entra di nuovo in gioco la resistenza dell’anima. Si va persino oltre l’insondabile umano: alcune anime non solo resistono, ma riescono a trasformare la bruttezza in bellezza.

Ci sono anche altre ragioni per cui la creatività può rifiutarsi di rispondere all’appello e, mi dispiace deludervi, sono tutte altrettanto banali. Eccone alcune:

– noia

– mancanza di stimoli e di motivazione

– stanchezza fisica o mentale

– pigrizia

– la poca autostima

La buona notizia è che, a differenza da quelle derivate dallo stress, queste sono passeggere a prescindere.

Il blocco dello scrittore

Come superare il blocco dello scrittore

Non lo so. Nessuno lo sa, altrimenti avrebbero fatto i soldi vendendo la medicina. Quello che trovate in giro sono le solite cose tipo “mangiare sano, fare attività fisica e bere molta acqua”…, ah, no, queste erano le soluzioni per altre tremiladuecentoquindici problematiche. Ma anche per il blocco dello scrittore non siamo molto lontani (e l’attività fisica e ampiamente raccomandata):

  • rigore. Non rigor mortis. Continuare a scrivere, qualsiasi cosa, comunque, ogni giorno, sempre.
  • leggere. E chi l’avrebbe detto…
  • cambiare aria. Non nel senso amletico. E nemmeno aprendo la finestra. Nuovi stimoli, nuova ispirazione, cambiare prospettiva, nuova motivazione (migliore della vecchia, possibilmente).
  • fare attività fisica. Ve l’avevo detto.
  • stare in contatto con la natura. E anche questa…
  • lasciar perdere. No, non la scrittura, ma l’ansia di prestazione. Abbandonare completamente (per un attimo, capiamoci) l’intento di scrivere il miglior libro della vostra vita (o quello che vi affligge sul momento – editore compreso) e liberarsi delle aspettative.

Benvenuti alla fiera dell’ovvietà. E comunque, come diceva Hemingway:

“Non c’è niente di speciale nella scrittura. Devi solo metterti davanti alla macchina da scrivere e sanguinare.” 

Vabbè, voi mettetevi davanti al computer e sanguinate sulla tastiera.

Conclusioni

Non ne ho, concludete voi come vi pare.

 

Annabelle Lee