
Self o casa editrice? – guida alla pubblicazione
C’è un continuo interrogarsi su come pubblicare un libro e quale sia la strada migliore da intraprendere per farlo con successo. Beh, non esiste una risposta che vada bene per tutti (e neanche una certezza di successo). Ecco perché abbiamo deciso di realizzare questa GUIDA ALLA PUBBLICAZIONE: per dar modo a tutti di avere una visione panoramica sull’argomento e poter intraprendere la strada più giusta per ognuno. Ovviamente il tema è vasto (e la lunghezza di questo articolo lo testimonia) e non intendiamo prenderci meriti che non ci appartengono: questa guida tocca in maniera più o meno approfondita i principali passi da compiere per pubblicare un libro, ma molto si potrebbe aggiungere a ognuno di esso. Quindi, non fermatevi qui e scavate oltre per altre informazioni.
NOTA: se avete già chiaro l’argomento che volete approfondire potete saltare i passaggi cliccando direttamente sulla voce di vostro interesse nell’elenco sottostante.
Premessa
Nel nostro paese circa tre quarti dei titoli pubblicati ogni anno vendono, nei normali canali, tre copie.
(Oliviero Ponte Di Pino)
In Italia si pubblicano circa 200 titoli al giorno, ogni giorno, tutti i giorni (dati ISTAT del 2018). Dato sconvolgente soltanto nello snocciolarlo, figuriamoci nel comprenderne il reale significato. Vengono pubblicati oltre 8 libri all’ora, ogni ora, tutte le ore. La domanda che si pone immediatamente è: se si pubblicano 200 titoli al giorno, quanti titoli al giorno si leggono? Sicuramente più di 200, calcolando che ci sono 60 milioni di persone in Italia (non tutti in fase di lettura, d’accordo), tuttavia la risposta avrebbe un senso se leggessimo un titolo al giorno. Ma queste sono soltanto illazioni, valide magari per un articolo diverso, dedicato alla lettura e non alla pubblicazione. Volevamo solo ricordarvi (e ricordarci) la realtà editoriale in Italia.
Pubblicare un libro – come fare?
Il libro nel cassetto, il sogno a lungo coltivato, la tua passione più grande: finalmente hai scritto la parola FINE. Eccolo là: brillante, coinvolgente, bellissimo, toccante, prossimo best-seller… Il tuo libro è finito. Tutta la tua passione, il tuo grondare sangue sulle pagine (Hemingway), il tuo respirare attraverso la scrittura, il tuo pianto nello scrivere, o il tuo cantare scrivendo (Anaïs Nin) si è materializzato in questo mucchio di pagine dinanzi a te (sappiamo che è un file word, ma fa più romantico) e ora non attende altro che vedere la luce del mondo, irrorando di saggezza, originalità, ottimi messaggi e mirabolanti scelte linguistico-stilistiche le affamate menti dell’adorato lettore. Sì, ma esattamente come?
Per pubblicare un libro le vie più utilizzate al momento sono due, ma è giusto indicare anche una terza possibilità (in qualche modo forse la più tortuosa, fra tutte):
Come tante cose della vita, decidere la strada da intraprendere per pubblicare il vostro primo libro (con un minimo di successo, ci si augura) non è né semplice né velocissima – è chiaro che può esserlo entrambe se siete al momento giusto nel posto giusto con le giuste conoscenze – e, ah!, non meno importante: con un manoscritto decente. Già, si potrebbe ribattere col fatto che migliaia di libri indegni di questo nome siano stati pubblicati senza farsi tanti problemi sul loro contenuto, beh: vergogna! Scherziamo, ma neanche tanto. Quello che ci auguriamo (e speriamo di essere in buona compagnia) è che ogni libro destinato a vedere la luce lasci qualcosa di bello nel cuore di chi lo legge.
Ognuna di queste scelte che andremo ad analizzare presenta dei pro e dei contro, ognuna necessita vari passaggi, tempo, cura e impegno. E se l’impresa di scrivere un libro può dimostrarsi estenuante, la fatica non termina con la parola FINE. Tutto questo non deve sembrare però scoraggiante: è meglio avere da subito un quadro chiaro dell’impresa, in modo da poterla affrontarla al meglio.
Self o casa editrice
Prima di addentrarci nell’argomento, facciamo una panoramica: chi si affaccia per la prima volta al mondo dell’editoria ha bisogno di più elementi possibili per poter fare le proprie scelte. Quindi, il nostro primo consiglio (ma anche il leitmotiv di tutte le nostre considerazioni): fare ricerca per poter scegliere la soluzione migliore!
Come vi dicevamo, non fermatevi a questo articolo, cercate il più possibile sull’argomento, leggete esperienze di altri scrittori, fatevi un’idea di cosa si dice in giro, andate sui blog a tema, nei gruppi Facebook, cercate più informazioni possibili. Sarà più facile comprendere qualcosa in più sul mondo editoriale e potrete orientarvi sulla soluzione che è più vicina alle vostre priorità.
La scelta fra self e casa editrice è davvero personale, nessuno potrebbe consigliarvi l’una piuttosto che l’altra senza conoscere le vostre esigenze e, perché no, anche i vostri desideri sull’argomento. C’è chi fa un punto di orgoglio nel vedere il suo nome stampato su un libro cartaceo e chi invece è contento di pubblicare in e-book (e già qui si attua una prima scelta), c’è chi dice: “io ho scritto il libro, ora non voglio pensare più a niente, figuriamoci a farmi promozione da solo o a scegliere e creare copertine…”. Beh, la realtà sarà comunque diversa dalle aspettative, ma in questo caso forse il self-publishing non è la scelta più adatta. Quello che vogliamo dire è che, dopo la prima scelta importante, quella di scrivere un libro, segue la seconda: cosa farne.
Il mondo self è flessibile, dinamico, escono sempre nuove piattaforme, nuove opportunità sia di stampa che di marketing, i tempi per la pubblicazione sono immediati e alla discrezione del solo autore, i costi possono essere (con alcuni accorgimenti) contenuti e i guadagni possono diventare interessanti.
Le case editrici sono più “prestigiose” – o almeno tali vengono percepite, la nostra opinione più avanti in questo articolo –, c’è la certezza dell’editing (o almeno così dovrebbe essere), pensano loro alla parte grafica, all’impaginazione e alla stampa, tutto questo GRATIS (ci riferiamo esclusivamente alle case editrici NO EAP – cioè non a pagamento – le uniche che si meritano questo nome). Inoltre, distribuiscono e pubblicizzano il vostro libro sul territorio nazionale (più o meno). In compenso, a voi spettano tempi di attesa biblici (non sempre), l’incertezza di essere pubblicati e una piccola percentuale dal prezzo di vendita.
Questa, in grandi linee, la panoramica dei due mondi “antagonisti” che attendono il nostro prode scrittore: il self-publishing e le case autrici. Ma ora andiamo in dettaglio:
1. PUBBLICARE SELF-PUBLISHING
Il self-publishing (abbreviato come self e tradotto come auto-pubblicarsi) è inteso come l’intero processo di:
- editare
- impaginare
- realizzare copertina e altre eventuali grafiche
- stampare
- distribuire
- pubblicizzare
- vendere
- PRO e CONTRO di pubblicare self-publishing
il libro che hai appena finito di scrivere (o che hai da anni nel cassetto), facendo TUTTO DA SOLO. Parleremo brevemente di ogni punto della lista, finendo con i pro e i contro del self-publishing. Un’altra doverosa precisazione è quella che le competenze specifiche semplificano di molto (e velocizzano) la strada del self-publishing. Per competenze specifiche intendiamo un buon uso del programma word – non solo scrittura, ma anche l’editor di word, l’impaginazione, ecc –, una minima conoscenza dei programmi di grafica e così via. Parleremo anche di questi punto per punto.
Si tratta forse della fase più difficile, onerosa e lunga di tutto il processo della pubblicazione, ma è anche quella fondamentale. Persino se il vostro libro è un capolavoro, difficilmente potrà essere apprezzato se presenterà sgrammaticature, errori, sviste e punteggiatura errata. Mentre la casa editrice provvede a questo passaggio (ma non vi suggeriamo lo stesso di presentare un manoscritto sgrammaticato), per la pubblicazione self l’editing e le correzioni sono interamente a vostro carico.
NOTA: Per una maggiore precisione vi segnaliamo che editing e correzione di bozze sono due operazioni distinte che contribuiscono alla revisione completa del libro. La prima consiste nel controllare la coerenza della storia, la verosimiglianza dei fatti, il giusto utilizzo degli archi temporali, i dettagli dei personaggi, le ambientazioni e moltissimi altri dettagli e sfaccettature:
“L’arte dell’editing, cioè la capacità di controllare e ricontrollare un testo in modo che non contenga, o contenga entro limiti sopportabili, errori di contenuto, di trascrizione grafica o di traduzione, là dove neppure l’autore se ne sarebbe accorto.”
(Umberto Eco)
mentre la seconda, invece, si concentra esclusivamente sugli errori grammaticali, errori di battitura, il giusto utilizzo della punteggiatura, la coerenza nell’utilizzo di caporali, virgolette e quant’altro.
“Gli errori si vedono solo quando il libro è stampato.”
(Arthur Bloch, Legge di Jones sull’editoria, La legge di Murphy)
Per approfondire la distinzione fra queste due operazioni potete leggere questo articolo.
Se la seconda operazione (la correzione di bozze) si può fare anche in autonomia – con un giusto utilizzo dello strumento revisione di Word, un occhio attentissimo, molta pazienza e controllando tutto il testo almeno trenta volte – per la prima, invece, (l’editing) è consigliato rivolgersi a un occhio esterno. Esperto o meno esperto (ma comunque competente), un intervento esterno assicura una lettura da una diversa prospettiva rispetto a quello dell’autore, fornendo così moltissimi elementi che miglioreranno il testo (ulteriori dettagli sull’editing potete trovarli in questo articolo). Eccovi dunque già arrivati a un bivio: come realizzare l’editing? Queste le vostre possibilità:
- fare editing da soli. Serve una visione globale, moltissima pratica, attenzione da falco, moltissimo lavoro, spirito super critico;
- affidarsi a un editor. Figura a pagamento, è necessario fare un’approfondita ricerca per scegliere quello giusto (il web pullula di proposte più o meno serie), ha costi da considerare come investimento (mediamente dai 700 euro a oltre 1000 euro su un libro di circa 300 pagine), ma fa davvero la differenza, specialmente per un autore esordiente.
“Non c’è correzione, per quanto marginale e insignificante, che non valga la pena di effettuare. Di cento correzioni ognuna può sembrare meschina e pedante; insieme possono determinare un nuovo livello del testo.”
(Theodor W. Adorno)
Oltre al correttore di bozze e all’editor, abbiamo anche la figura del beta-reader, comunque utile allo scrittore determinato a pubblicare in self. Se non sapete cosa sia, potete leggere questo articolo. Come scoprirete da soli, avere più di un beta-reader è importante, ma, attenzione a: non affidarsi ad amici/parenti/conoscenti vari e a tutelare la vostra opera (quindi fate le vostre ricerche prima di inviare il testo a chicchessia).
Se decidete di affidarvi a voi stessi per l’editing, siate impietosi, non affezionatevi a frasi o a paragrafi che non servono a nulla soltanto perché siete stati voi a scriverli, leggete il testo con la mente leggera e la mano pesante.
Se invece sceglierete un editor professionale, fate ricerca, fate domande, chiedete preventivi, fatevi inviare prove di editing e, non per ultimo, cercate di costruire un feeling con l’editor.
Per fortuna più semplice (e più veloce) dell’editing, il processo di impaginazione richiede soltanto uno sforzo di volontà. Questo passo è necessario affinché il testo sia ben centrato/distribuito sulla pagina, per avere i margini allineati e congrui, per lasciare abbastanza spazio per la rilegatura, per scegliere il miglior font e per altre piccole, ma importanti ragioni. Sul web si trovano moltissime guide per l’impaginazione dei libri, persino il buon Aranzulla ne ha una (potete trovarla qui, se vi interessa) – oltre alla spiegazione in Word propone anche il LibreOffice e InDesign) ma, come non ci stanchiamo di ripetere: fate le vostre ricerche e trovate il miglior metodo per voi! Vi ricordiamo soltanto di inserire numeri di pagina (si usano ancora) e di impostare le misure del file pronto per la stampa, vi sarà utile in seguito.
Sempre in questa fase potrete inserire eventuale INDICE all’inizio del testo, specie se il libro è formato da svariati capitoli; l’indice aiuterà il lettore a districarsi nell’opera.
NOTA: vi ricordiamo che il testo del vostro libro destinato alla stampa sarà diverso dal testo destinato al formatto elettronico (ebook)! Le modifiche non saranno macroscopiche, tuttavia saranno fondamentali affinché i lettori dell’e-book sperimentino una discreta qualità di lettura. Le modifiche che dovrete attuare saranno diverse in base alla piattaforma sulla quale intendete realizzare il vostro e-book (ecco quelle necessarie per KDP di Amazon), oltre Amazon ce n’è sono diverse, ne segnaliamo qualcuna: Youcanprint, Streetlib, Ilmiolibro, Lulu, ma vale sempre il nostro motto di fare ricerca e paragonare le piattaforme, tutte hanno pro e contro.
Oltre alle piattaforme di cui abbiamo parlato (che, oltre a formattare il vostro libro in un file ePub o mobi, lo distribuiscono e vendono anche), c’è anche la possibilità di convertire il vostro file word in un e-book in autonomia, utilizzando programmi come Calibre o ePub Editor. In seguito potrete caricare il vostro file già formattato, senza dover fare mille prove (ovviamente è troppo bello per essere vero: dovrete comunque controllare il risultato finale).
Generalmente si intende solo la copertina (e la quarta di copertina, eventualmente), ma può capitare di voler pubblicare un libro che contiene anche immagini, disegni o qualche grafica particolare (cornici di testo o di pagina, ecc). Ci concentreremo sulla copertina, in quanto indispensabile per un libro (e, ahimè, spesso anche nella scelta di un libro – perché l’abito fa il monaco), per tutte le altre scelte grafiche occorre qualche competenza in più, o un aiuto esterno.
Anche per realizzare la copertina potete fare tutto da soli, affidandovi agli strumenti offerti dalle piattaforme che intendete utilizzare (la maggior parte di quelle sopra elencate offrono anche la possibilità di creare la propria copertina (un po’ limitati, ma comunque valide). Se invece volete divertirvi con la creatività, c’è molta scelta, da programmi gratuiti come Canva a quelli professionali come InDesign. È chiaro che una copertina di impatto attirerà maggiormente l’attenzione, ma ciò è vero fino a un certo punto (potete dare un’occhiata alle migliori copertine del 2020 nella classifica stilata da New York Times). Quello che conta è una giusta disposizione grafica (fra utilizzo di colori, font, immagini) per avere un risultato armonioso.
Possiamo azzardare alcuni consigli, da personalizzare in base al proprio stile (le tendenze influiscono anche questo ambito):
- non usare troppi font in copertina (per titolo/sottotitolo/autore/altro) e bilanciare le famiglie di font usati. Argomento esso stesso per un libro (ne esiste già più di uno, anche molto validi), non ci addentreremo nel mondo dei font, ma qui trovate un’infarinatura in merito.
- bilanciare le misure delle scritte. Anche noi la pensiamo come Wilbur Smith (vedi sotto), ma oggi la moda vuole il nome autore in primo piano, quindi non è raro trovare eccezioni.
“Se il nome dell’autore è più grande del titolo non è letteratura.”
(Wilbur Smith)
- controllare i diritti di copyright delle eventuali immagini che intendete utilizzare in copertina. Oramai è risaputo che non basta vedere una bella foto, salvarla nel computer e poi farne l’uso che ci piace: la maggior parte del materiale che si trova in rete (testi, immagini, musica, video) è coperta dal copyright. Se non volete (e non lo volete) ritrovarvi a pagare multe non indifferenti o in guai giudiziari per una “svista” del genere, è necessario assicurarsi di usare materiale non coperto dal copyright (attenzione: molte proposte sono “copyright free” ma per uso personale, mentre voi state creando un progetto lucrativo. Controllate dunque bene le condizioni di utilizzo), o avere la liberatoria dell’autore dell’immagine (un vostro amico fotografo vi lascia usare una sua foto: meglio avere una conferma scritta che indica di rinunciare a tutti i diritti dell’immagine) o acquistare i diritti di uso. Esistono comunque moltissimi siti che propongono una miriade di immagini utilizzabili: fate dunque le vostre ricerche.
NOTA: non dimenticate la quarta di copertina! La sua importanza è quasi pari a quella della copertina e, se fatta bene, può fare la differenza, in quanto presenta il vostro libro al lettore con lo scopo di farlo innamorare a prima vista!
Ora che avete il vostro testo corretto e editato, il file impaginato e la copertina pronta, siete arrivati alla parte più divertente di questa impresa (subito dietro a quella di contare i soldi che avrete guadagnato dalle vendite): la stampa. Ossia rendere finalmente il vostro sogno realtà: alberi trasformati in cellulosa ricoperta da inchiostro. Il vostro libro.
Questo passaggio è forse il più semplice di tutti: le scelte tecniche (grammatura carta, ecc) sono generalmente preimpostate su tutte le piattaforme, dovrete magari decidere se preferite una copertina lucida oppure opaca, o se l’interno sarà bianco o avoriato. Non esiste una scelta migliore di un’altra, esiste una scelta migliore per ogni progetto, quindi ecco una guida che potrà aiutarvi.
Il vostro libro è pronto, lo avete fra le vostre mani, è (più o meno) esattamente come ve lo immaginavate da tempo… Benissimo. Il prossimo passo da fare è quello di organizzare la sua distribuzione presso quelli che saranno i vostri canali di vendita. Parte di questa decisione può essere presa in fase di stampa, ma magari avete preferito fare un libro di prova (sempre consigliato) e, una volta sicuri che sia come lo volevate, potete pensare a come distribuirlo e quante copie stampare. La maggior parte del lavoro sarà fatto dalla piattaforma alla quale vi siete affidati, che stamperà, distribuirà su richiesta e venderà direttamente il vostro libro (trattenendo una percentuale dal prezzo di copertina, oltre al costo di stampa) ma, generalmente, si ha l’esigenza di stampare diverse copie (tenete presente che il costo di stampa diminuisce più il numero di copie stampate cresce) da gestire personalmente, magari distribuendole fra amici e conoscenti (non esattamente la classica distribuzione editoriale, ma sempre un inizio), o da veicolare sui social in modo da venderle direttamente (con un maggiore guadagno).
Se siete particolarmente intraprendenti (e vi consigliamo di esserlo) potete sfruttare risorse esistenti e gratuite per distribuire il vostro libro: proporlo alle librerie del vostro quartiere o paese (per iniziare), facendovi conoscere e dimostrando di credere nel vostro progetto. Le librerie disponibili prendono alcune copie del libro e lo mettono in vendita gratuitamente, trattenendo una percentuale concordata dal prezzo di copertina (intorno al 30%-40%). Le biblioteche sono un altro strumento che potrete usare per farvi conoscere: donando una copia del vostro libro alla biblioteca accrescerete la vostra visibilità e, in seguito, potrete organizzare degli eventi firma-copie in loco.
Quello che consigliamo di fare in questa fase è una quanto più realistica previsione del quantitativo che pensate di riuscire a vendere direttamente: potrete contenere le spese realizzando un ordine di stampa più consistente invece di fare due o più ordini scaglionati che duplicherà i vostri costi.
Eccovi una guida di wikihow su come provare a distribuire fisicamente i vostri libri anche in libreria.
Farsi pubblicità è un impegno che può rivelarsi odioso o divertente (dipende molto dal proprio carattere), quello che è certo è che si tratta di un’operazione fondamentale per la vostra visibilità come scrittore (e quella del vostro libro) e dalla quale dipende il risultato in termini di vendite. Anche in questo caso avete varie possibilità o, addirittura, potete fare uso di tutte quante contemporaneamente. Tutto dipende dalla vostra disponibilità di tempo, economica e dalla vostra propensione per le public relations (ma niente che non potete implementare con il passare del tempo e l’esperienza).
– Lo strumento maggiormente utilizzato poiché gratuito (e quello di minore efficacia) è anche quello che vi consigliamo di evitare (o, al limite, di utilizzare con un certo criterio) è lo SPAM selvaggio. Largamente utilizzato dai novelli scrittori self, consiste nel linkare in ogni dove (gruppi, pagine, ecc) l’url del proprio libro in vendita, senza due parole di presentazione e senza un criterio specifico (come la scelta di gruppi specializzati nel genere trattato o l’adeguarsi al calendario sugli argomenti dei rispettivi gruppi). Su Facebook esistono centinaia di gruppi nati esclusivamente per dare visibilità agli autori esordienti e self e sono anche parecchio frequentati, peccato siano frequentati esclusivamente da “scrittori” che non sono anche lettori. Il risultato lo potete immaginare da soli: migliaia di post autocelebrativi e nessuno che li legge.
– Fare ricerche sui social, contattare bloggers che trattano il vostro genere, costruire rapporti con i vostri potenziali lettori: questo è quello che vi consigliamo di fare per iniziare (a costo zero). Presentatevi, cercate di attirare l’attenzione con argomenti e post coinvolgenti (più difficile da fare che da dire), siate “interessanti”, parlate della vostra opera senza presunzione, cercate di farvi recensire e ricambiate sempre i favori (i social vivono di questo).
– Il mondo social non è l’unico mondo che può offrirvi delle possibilità a costo zero, anzi! Conoscere la propria realtà territoriale (sia che vivete in un piccolo borgo o in una grande città) è un valido aiuto per organizzare eventi di presentazione, lanci editoriali e firma copie. Dalla caffetteria sotto casa o quella del quartiere che può mettervi a disposizione il locale in cambio di visibilità per la loro attività, ai club o circoli letterari della zona, passando per le biblioteche, le librerie, eventuali collaborazioni con il proprio comune e altro ancora: tutte queste possibilità vi aiuteranno non solo a farvi conoscere, ma anche a vendere direttamente.
– Fare incontri con i lettori e presentazioni in libreria. Un po’ come sopra, ha moltissimo riscontro in termini di vendite dirette (quindi più guadagno per voi). Se possedete una cerchia di “seguaci” (fa molto setta) che vivono nella vostra zona, se avete un amico libraio (o qualcuno che organizza eventi) e se siete un asso nelle public relations e non avete timore di parlare in pubblico, le presentazioni letterarie fanno il caso vostro. (NOTA: il momento storico esclude completamente tale scelta, ma… tutto passa.)
– Se intendete proseguire la carriera letteraria, realizzare il vostro proprio blog può dimostrarsi una mossa vincente, tenete però presente che gestire vari profili social, creare contenuti validi e aggiornati per il blog, interagire costantemente con “il pubblico” richiede un impegno non indifferente in termini di tempo e di lavoro creativo! Se non avete questa disponibilità o la capacità di farlo, è meglio decidere di avere un unico canale social ben seguito, piuttosto che vari contenuti sparsi che a nessuno interessano.
Ecco una piccola guida che può darvi un’idea del lavoro da svolgere sui social e non solo: Come promuovere un libro on-line.
– Realizzare sponsorizzazioni (non per forza). Se avete previsto un minimo importo per il marketing, avete moltissima scelta su come spenderlo. Questo non significa però che è scontato che lo stiate spendendo bene. Ogni social dà la possibilità di realizzare post sponsorizzati, così come la piattaforma che avete scelto per pubblicare il vostro libro (che per una certa somma propone il vostro libro fra i primi visualizzati come “simili” o “in vetrina” rispetto ad altri), ma questo non garantisce il risultato che vi aspettate, anzi: se create in modo sbagliato, le sponsorizzazioni possono rivelarsi un buco nell’acqua. Anche qui vale dunque il consiglio di fare ricerca e testare quello che funziona per voi. Sembriamo ripetitivi, lo sappiamo, ma pubblicare in self (con un minimo intento di vendere) si riduce veramente a fare tutto da soli, quindi tantissima ricerca vi eviterà moltissimi errori.
– Se invece avete predisposto una cifra veramente importante per il marketing (succede anche questo), ricordate che non è tutto oro quello che luccica. Cercate quindi di valutare e scegliere l’opzione che vi assicurerà il miglior risultato (non solo a breve termine: è risaputa la storia della meteora che ha investito dieci mila euro in pubblicità sui giornali: ha avuto il suo momentaneo riscontro che è svanito appena terminata la campagna pubblicitaria). È chiaro, dipende dai propri obiettivi: investire dieci mila euro per guadagnarne venti mila non è assolutamente da disdegnare.
Nella grande maggioranza dei casi, chi scrive un libro non ha la minima idea del mercato editoriale in termini di: quanto vende un libro mediamente, quanti libri è necessario vendere per guadagnare qualcosa (scusate, stiamo rotolando dalle risate), qual è la vita media di un libro e altri dati più o meno tecnici sull’argomento.
La buona notizia è che gli scrittori sono artisti e, come tutti gli artisti, vivono in un mondo creativo che poco ha da spartire con il vile denaro. Ecco perché chi pubblica un libro spera sì di diventare famoso e di avere successo, ma ancor prima di questo, vuole soltanto dare vita alla sua creatura.
La cattiva notizia è questa: il 91% dei titoli non arriva a vendere oltre 100 copie. I dati sono del 2019 e potete approfondire in questo articolo. I conti sono presto fatti: tolte le eventuali spese di editing, il costo di stampa, eventuali promozioni a pagamento e/o altro resta una cifra irrisoria che riceverete una volta soltanto (e anche quella dilazionata, in quanto le eventuali vendite non succederanno tutte insieme). Sempre che non dobbiate rimettere, avendo “sbagliato” l’investimento iniziale. Beh, poco male: rimane la soddisfazione di aver scritto un libro.
“Qualunque sciocco può scrivere un libro, ma ci vuole un vero genio per venderlo.”
(J.J. Ballard)
Un altro aspetto da considerare è la durata media di vita di un libro, ossia quanto tempo riesce a resistere in pista, vendendo qualche copia qui e là. La risposta dipende da vari fattori (principalmente dal marketing effettuato), ma è piuttosto scoraggiante: la durata può variare da 45 giorni a qualche mese di visibilità, dopo di che, semplicemente, muore. Ci sono anche eccezioni, ma si tratta di rarissimi casi: purtroppo la continua inondazione di nuovi titoli sul mercato rende sempre meno visibili quelli già esistenti. Succede anche però che alcuni titoli vengano riscoperti e rispolverati nel tempo, ma ciò è collegato a una minima visibilità dell’autore che, magari, ha pubblicato qualcosa di nuovo e quindi i suoi lettori vanno a cercare altre sue opere più datate.
NOTA BENE: superati cinquemila euro di vendite annue è necessario valutare gli adempienti fiscali del caso ( in questo articolo trovate altri dettagli).
Ora avete una visione del insieme sul self-editing, tiriamo dunque le somme e vediamo i pro e i contro di questa scelta:
– offre completa autonomia decisionale | – necessita un minimo di competenze specifiche |
– è immediata | – non è completamente gratuita |
– è alla portata di tutti | – pone tutte le scelte nelle proprie mani |
– si può intervenire in corso d’opera per migliorare i risultati | – richiede uno sforzo non indifferente (come tempo e impegno) |
– è una scelta molto flessibile | – si scontra con moltissima concorrenza |
– se gestita bene, offre molte opportunità | |
– dà la possibilità di sviluppare nuove competenze |
NOTA: un aspetto molto importante e da tenere sempre a mente (un grande PRO) è il fatto che aver pubblicato self non vi impedisce assolutamente di essere contattati dalle case editrici (grandi o piccole che siano), tutt’altro: se il vostro libro è valido e se vi giocate bene le carte del self-publishing è molto probabile che guadagnerete una discreta visibilità che darà modo alle case editrici di scoprirvi e interessarsi a voi. Quindi, buon lavoro e molto successo!
2. PUBBLICARE CON UNA CASA EDITRICE
Sogno proibito di tutti gli scrittori (self inclusi), l’idea di pubblicare con una casa editrice offre un alone di autorità, professionalità e la certezza di “avercela fatta”. E magari è proprio così che dovrebbe essere, ma andiamo a vedere se lo è veramente!
Iniziamo il nostro viaggio verso l’agognata meta editoriale dallo stesso punto dal quale siamo partiti per il self: il manoscritto. Il vostro libro è pronto, sarà un best-seller, le case editrici faranno a gara per accaparrarselo, quindi: come districarsi al riguardo? Ecco i passi da fare nell’intraprendere questa strada:
- revisione
- sinossi/scheda libro
- realizzare elenco case editrici
- mail di presentazione
- tempi di attesa
- gestione risposte
- firma contratto
- PRO e CONTRO del pubblicare con una casa editrice
Ovviamente ogni esperienza è diversa: c’è chi ha la fortuna di essere contattato immediatamente da una casa editrice seria e professionale e chi non riceverà mai una risposta, comunque sia, avere una minima conoscenza dei meccanismi che fanno girare il mondo dell’editoria vi metterà al riparo da errori e decisioni sbagliate.
Di nuovo: lo sappiamo, siamo noiosi e ripetitivi, ma vi possiamo assicurare che quello che gli editori odiano di più è un manoscritto farcito da errori grammaticali! Quindi, se non volete tagliarvi le gambe ancor prima di partire, vi consigliamo di revisionare varie volte il vostro manoscritto, rendendolo al meglio delle vostre possibilità. Non stiamo dicendo che tutti gli autori finora pubblicati erano i primi della classe in grammatica e ortografia, tutt’altro! Hemingway aveva un pessimo rapporto con l’ortografia; dalle pochissime testimonianze trovate sulla scrittura di Jane Austen si evince che non usasse la punteggiatura (sono stati trovati soltanto due capitoli scritti a mano di Persuasione) e nella foto di Bompiani potete trovare una divertente corrispondenza fra la casa editrice e John Steinbeck. Tuttavia, finché non sarete Hemingway, Steinbeck o Jane Austen, ci sentiamo di sconsigliarvi tali prodezze (o mancanze).

Lettera dell’editore a John Steinbeck
Credits:@Bompiani
Realizzare la sinossi del vostro libro è imprescindibile per la vostra presentazione alle case autrici. La sinossi è un breve riassunto del vostro libro: deve contenere il meglio del vostro romanzo, ma senza svelare troppo, deve essere accattivante e immediata, deve colpire e incuriosire; concludendo: la sinossi è molto difficile da scrivere.
“Scrivere una buona sinossi è come fare il riassunto di una vita.” Annabelle Lee
Come sempre, il web fornisce moltissime guide sull’argomento (questo articolo è un breve esempio) e, come sempre, è necessario fare le vostre ricerche prima di realizzare la vostra prima sinossi. E se abbiamo detto che la revisione del manoscritto è fondamentale per la riuscita del vostro tentativo di approccio, la sinossi è il vostro biglietto da visita – quindi lo presenterete ancor prima del vostro vero lavoro. Se avete impiegato tempo, impegno, talento e determinazione nel realizzare il vostro libro, altrettanto dovrete fare con la sinossi! Non sottovalutate dunque questo passaggio.
Oltre alla sinossi è possibile che le case editrici richiedano anche una SCHEDA LIBRO: una breve presentazione tecnica del vostro libro: titolo/autore/genere letterario/numero di pagine (o di parole)/breve trama/ecc. Qui potete restare tranquillamente sull’essenziale, aggiungendo (se richiesto, non indispensabile) una breve scheda autore (evitate, come sempre, l’autocelebrazione). Sinossi, scheda libro, biografia ed eventuale estratto del libro sono tutti elementi che possono essere richiesti dalla casa editrice, ma altri dettagli nel prossimo punto.
Quando diciamo “realizzare un elenco di case editrici” non intendiamo andare su Google e digitare “elenco case editrici” (anche se si può iniziare così), ma costruire un proprio data base di case editrici che fanno al vostro caso. Come immaginerete, in Italia esistono moltissime case editrici (oltre 1800) e ognuna di essa è unica per diversi motivi. Ci sono le big (che potete o non inserire nel vostro elenco pur sapendo che è quasi impossibile che pubblichino esordienti), si sono quelle specializzate in genere specifici, ci sono quelle a pagamento, quelle miste, quelle non a pagamento, insomma: un mondo variegato. Ecco perché fare una ricerca e individuare quelle che potrebbero essere interessate al vostro lavoro aumenterà le vostre possibilità (oltre a non farvi sembrare un principiante che non ha fatto i compiti a casa: inviare la vostra opera fantasy a una casa editrice che pubblica esclusivamente poesia non vi farà guadagnare il rispetto di nessuno). Sul sito di writersdream.org (validissimo sito, purtroppo chiuso all’inizio del 2021. Conserva comunque il database per le ricerche) troverete moltissime informazioni e testimonianze sulle case editrici, nonché delle liste aggiornate di case editrici divise per categorie (a pagamento, non a pagamento, miste) e vari altri dettagli sull’argomento.
Ogni casa editrice ha un proprio sito, quello che vi consigliamo di fare è di andare a consultarlo, sia per capire i generi che tratta che per vedere le loro condizioni di pubblicazione (cioè, se dovete pagare o no per essere pubblicati). La sezione “contatti” o “invia il tuo manoscritto” (presente generalmente in tutti i siti) vi darà ulteriori indicazioni sul tipo di opere che stanno valutando, se stanno valutando manoscritti al momento (molto importante!), la modalità di invio (alcune richiedono le prime 30 pagine, altre la sinossi, altre tutto il manoscritto, alcune lo richiedono in uno specifico formato, altre via posta raccomandata, ecc). Ecco perché abbiamo intitolato questo passaggio “elenco case editrici”: suggeriamo di crearvi un file nel quale inserire ogni casa editrice che vi interessa con i suoi relativi dati (mail, tipo di materiale richiesto, altri eventuali), in modo da facilitarvi il lavoro al momento dell’invio della vostra presentazione (e senza rischiare di fare figuracce).
Appena avete pronta la vostra lista (più o meno completa, potete sempre aggiornarla man mano), potete finalmente procedere a scrivere la mail e inviare il vostro lavoro (quello che aspettavate dall’inizio di questo articolo). La mail, dunque… cosa sarà di complicato nello scrivere una mail? D’accordo: nulla di complicato, ma la mail che invierete farà capire la persona che siete (o perlomeno darà questa impressione).
“Caro editore, sono XY, ho scritto questo libro, è bellissimo, parla del mio cane che mangia molto spesso e sarà senz’altro un successo. Mia mamma dice che non ha letto niente di meglio e pure mio cugino ha detto così. S’intitola Il cane che mangia molto spesso.”
Non per sconfortarvi, ma nessun editore vi prenderebbe mai sul serio. Nessuno vi prenderebbe sul serio.
Ecco alcune dritte per realizzare una mail bilanciata:
– scegliete un destinatario per volta. Niente sfilze di indirizzi mail (magari a vista) nel campo destinatario, non è una mailing-list!
– personalizzate ogni volta la mail. Sembra tedioso da fare, ma a nessuno piace ricevere una mail preconfezionata e generica. Mentre il corpo di testo della mail può anche essere lo stesso, personalizzare i saluti o l’approccio iniziale è auspicabile (anche se non sapete il nome della persona alla quale vi state rivolgendo, potete comunque essere specifici indicando il nome della casa editrice: Gentile redazione di Entheos…).
– inserite SEMPRE un corpo di testo, anche se breve. Inviare una mail senza la mail è veramente scortese e, anche se avete allegato una bellissima sinossi e il vostro capolavoro, questa mancanza non giocherà a vostro favore. Il testo può essere essenziale: Sono XY, vi invio il mio romanzo in valutazione. Si tratta di una tragedia greca ambientata a Sparta, dal finale autoconclusivo (per forza – nda). Allego sinossi, scheda libro e manoscritto in formato word (allegare esclusivamente i file richiesti dalla casa editrice in questione). Grazie per la disponibilità, ecc, ecc.
Come sempre, sul web trovate innumerevoli esempi di mail per le case editrici.
– non dimenticate di aggiornare la vostra lista delle case editrici, segnando la data e la conferma di invio mail, per evitare di mandarla più volte alla stessa casa editrice.
Una volta inviata la mail il vostro lavoro è finito (quasi): la vostra creatura ha preso il volo e ora ci si augura che possa fare il nido e prosperare in qualche casa editrice! Non resta che aspettare e vedere cosa succede. ASPETTARE, già, è questa la parola chiave! Una volta che la vostra mail ha lasciato il vostro server di posta dovrà attraversare moltissime traversie fin quando verrà propriamente letta e considerata. Le case editrici ricevono moltissime proposte ogni giorno, spesso queste non seguono nemmeno i criteri richiesti dalle CE, eppure intasano le caselle di mail, rallentando ulteriormente il lavoro. I tempi di attesa delle case editrici sono tristemente risaputi come lunghissimi: alcune rispondono nel giro di qualche mese (sei, otto), altre dopo un anno o oltre. Altre non rispondono neanche. Ultimamente, molte case editrici indicano i tempi di lettura sul proprio sito (ma non noi, purtroppo – nda), informazione utile (e che evita loro un continuo stalking da parte di autori ansiosi).
Quello che possiamo dirvi è di non scoraggiarvi. Se credete nel vostro lavoro, continuate a proporlo a varie case editrici (seguendo le indicazioni sopra elencate) e attendete fiduciosi: una risposta ci sarà senz’altro! Non avvilitevi troppo, non state in affanno controllando la mail compulsivamente, non bombardate la casa editrice di mail con richieste di informazioni: nulla di tutto ciò vi aiuterà a diminuire i tempi di attesa.
Le gambe vi tremano, la vista vi si appanna, non state capendo più niente: la casella di posta indica una nuova mail con oggetto Valutazione manoscritto! Finalmente saprete la risposta, i vostri sforzi, la vostra pazienza, il vostro tempo: tutto verrà finalmente ripagato! Calma, calma.
“Siamo spiacenti, la sua opera non rientra nelle nostre linee editoriali. Cordialmente…”
Un rifiuto non fa piacere a nessuno, specialmente dopo tutto questo impegno, eppure deve essere messo in conto, per ripararsi da delusioni. Succede spessissimo (più spesso di quello che ci piacerebbe confessare) che le case editrici rifiutino le opere ricevute in valutazione, alcune delle quali davvero valide.
“Essere editore è innanzitutto saper dire no.”
(Jean-Marie Laclavetine)
In questo articolo di Il Post troverete una serie di lettere di rifiuto ad autori famosissimi; a leggerle ora sono davvero divertenti, ma immaginiamo che non lo siano state per gli autori quando le ricevettero (così come sappiamo che la mail di rifiuto non sembrerà divertente a voi).
“Un giovane autore una volta, viaggiando tra Milano e Roma, si trovò seduto per caso davanti a Giancarlo Vigorelli al quale aveva mandato il suo primo romanzo. Aveva quasi deciso di presentarsi, quando vide che il critico toglieva dalla sua valigia un libro appena apparso, lo sfogliava, lo leggiucchiava e dopo aver scosso la testa lo gettava dal finestrino. La stessa sorte ebbero, uno dopo l’altro, una decina di altre ‘novità.’ Finalmente Vigorelli tolse dalla valigia il libro dell’autore che aveva davanti e ne lesse qualche pagina. Il giovane, trepidante, scrutava il volto del suo dirimpettaio. Quando vide che Vigorelli, dopo aver letto alcune pagine si accingeva a lanciarlo dal finestrino, lo fermò. ‘Vada avanti almeno fino a pagina diciotto, quando il protagonista conosce Ermenelinda – gli disse – io l’ho letto e dopo pagina diciotto l’ho trovato interessantissimo.’ ‘No – gli rispose Vigorelli – di un libro come questo bastano tre pagine.’ E gettò il volume dal finestrino.”
(Piero Chiara)
Quello che intendiamo dire è che non dovete avvilirvi, dovete continuare a credere nel vostro lavoro e andare avanti. Quello che a qualcuno può sembrare poco interessante o irrilevante o non adatto al proprio pubblico (le ragioni possono essere innumerevoli, ma le case editrici non hanno mai il tempo di chiarirle) può fare la fortuna di qualcun altro. Pazienza, dunque, pazienza e costanza.
L’altra possibile risposta invece (quella da tutti auspicata) è quella positiva ma, al posto vostro, aspetteremmo prima di gioire. No, non vogliamo rovinarvi la festa, vogliamo solo mettervi in guardia di alcuni aspetti che dovrete considerare una volta smaltita l’euforia iniziale.
“Dovete sapere quando accettare il rifiuto e rifiutare l’accettazione.”
(Ray Bradbury, consiglio agli scrittori)
Una risposta positiva può nascondere molte insidie, la prima delle quali è “l’acquisto copie”. O “il contributo spese”. O “la quota d’iscrizione”. Significano tutte la stessa cosa: dovrete pagare per farvi pubblicare. Poco, tanto, non importa, resta il fatto che la casa editrice che ha accettato il vostro manoscritto è a pagamento. Non intendiamo dilungarci sull’argomento: la nostra politica editoriale è quella di pubblicare completamente gratis (come pensiamo la vera editoria dovrebbe essere), ma esistono anche altri tipi di realtà e il fatto che esistano denota una correlazione domanda-offerta, quindi diversi autori percorrono questa strada. Noi non vogliamo suggerirvi di evitarla (se valutate che faccia al caso vostro), intendiamo soltanto presentarvela, in modo da poter fare le vostre scelte con cognizione di causa. Vi consigliamo di fare le vostre ricerche sull’argomento, scoprirete che non esiste nessuna ragione valida per pubblicare a pagamento.
Le altre (eventuali) informazioni alle quali dovete fare attenzione per valutare la loro fattibilità possono essere di vario genere: si richiede un completo (o parziale) intervento sulla trama del vostro libro/siete invitati a rivedere la correttezza del testo/si propone una data di pubblicazione molto lontana nel tempo/ecc. Sono tutte cose risolvibili, ma necessitano della vostra attenzione per decidere quello che è meglio per voi. Ma, superati tutti gli ostacoli (oppure semplicemente non avendoli incontrati), siete finalmente pronti alla firma del contratto!
“A Giulio Einaudi, Torino, 14 aprile 1942
Spettabile Editore,
Avendo ricevuto n. 6 sigari Roma – del che Vi ringrazio – e avendoli trovati pessimi, sono costretto a risponderVi che non posso mantenere un contratto iniziato sotto così cattivi auspici. Succede inoltre che i sempre rinnovati incarichi di revisione e altre balle che mi appioppate, non mi lasciano il tempo di attendere a più nobili lavori. Sì, Egregio Editore, è venuta l’ora di dirVi, con tutto il rispetto, che fin che continuerete con questo sistema di sfruttamento integrale dei Vostri dipendenti, non potrete sperare dagli stessi un rendimento superiore alle loro possibilità.
C’è una vita da vivere, ci sono delle biciclette da inforcare, marciapiedi da passeggiare e tramonti da godere. La Natura insomma ci chiama, egregio Editore; e noi seguiamo il suo appello.
Fatevi fare il Bini da un altro.
Cordialmente. Cesare Pavese”
(Cesare Pavese)
L’ultima cosa che vi resta da fare a questo punto è firmare il contratto. Cosa ci vuole, una firma in fondo ed è fatta! Beh, non così di fretta. Un contratto è un vincolo non indifferente e, prima di firmarlo, dovete almeno leggerlo e comprenderlo per bene. Come nel punto precedente, ma molto più vincolante, il contratto contiene alcune informazioni (come royalties, durata del contratto, cessione dei diritti d’autore, distribuzione, pubblicità, ecc) che vorrete senz’altro approfondire prima di firmare a occhi chiusi. In questo articolo potete trovare una spiegazione molto chiara sui punti da valutare.
Spesso, purtroppo, il linguaggio usato per redigere questi contratti è molto tecnico e abbastanza ostico: non fatevi intimorire e, il nostro consiglio, non esitate a chiedere aiuto (a un amico che magari studia giurisprudenza). È molto meglio avere chiare tutte le parti del contratto prima di firmare e pentirsene, magari senza via di ritorno. Se poi avete dubbi o domande al riguardo, non esitate a contattare la casa editrice e chiedere chiarimenti o eventuali modifiche sul contratto. Ci sono alcune realtà (poche, per fortuna) che possono lucrare in modo nascosto sull’autore (facendolo per esempio firmare un documento che lo impegna all’acquisto di una percentuale di copie su quelle andate in stampa – senza precisarlo in modo chiaro), o altre che usano termini vaghi o ambigui per quella che riguarda la distribuzione o molto altro ancora. Per fortuna, tantissime case editrici sono oneste e trasparenti, quindi: COMPLIMENTI! Avete firmato il vostro primo contratto editoriale!
Vediamo ora i PRO e i CONTRO della scelta di pubblicare con una casa editrice:
– usa un sistema collaudato nel tempo (*anche se moltissime CE sono giovanissime, quindi…) | – tempi di attesa lunghi |
– è gratuita | – solo le grandi realtà editoriali hanno una vera potenza di fuoco per quello che riguarda il marketing (e anche la distribuzione) |
– si occupa di tutti i passaggi pre-stampa (editing, impaginazione, copertina, ecc) | – le grandi realtà editoriali non pubblicano esordienti |
– si occupa interamente della stampa (cartacea e digitale) | – spesso l’autore non ha molto potere decisionale |
– gestisce in autonomia il marketing, la distribuzione e la vendita | – la media e la piccola editoria combattono contro veri colossi, quindi guadagnare visibilità non è sempre scontato |
– ha un marchio che offre (una sensazione di) rispettabilità |
3. LE AGENZIE LETTERARIE
La terza possibilità per pubblicare un libro (argomento che toccheremo solo marginalmente) è quella di affidarsi a una AGENZIA LETTERARIA (con lo scopo di arrivare a una buona casa editrice; se vuoi pubblicare in self non ne hai bisogno). Come dice il nome, l’agenzia è specializzata in servizi editoriali: leggerà, valuterà, revisionerà e editerà il tuo lavoro per poi proporlo alle persone giuste (hanno contatti con diverse case editrici e un giro nell’ambiente editoriale). Tutto questo a un costo non indifferente ma, se siete in vena di investimenti, fate le vostre ricerche e procedete pure.
Esistono varie agenzie letterarie, alcune molto prestigiose, e i loro servigi e competenze sono validissimi. Come sempre: approfondite l’argomento prima di procedere e ricordate: nessuna agenzia letteraria lavora gratis! Sul web troverete moltissime testimonianze (qualche dettaglio in più in questo articolo).
CONCLUSIONE
Eccoci arrivati alla fine di questo lungo viaggio. Qualsiasi sia la vostra scelta, oltre ad augurarvi molti successi, vogliamo lasciarvi con queste bellissime parole:
“Uno scrittore non scrive soltanto quando è a tavolino, scrive tutto il giorno, quando pensa, quando legge, quando fa esperienza. Immagazzina ogni sensazione, ogni persona che incontra. Scrive quando fa colazione. Scrive quando fa l’amore. Un lavoro a tempo pieno.”
(William Somerset Maugham)
La Redazione
(Si ringraziano gli autori che hanno fornito le loro testimonianze per realizzare questo articolo)