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Advaita

19,00

“Alcuni le chiamano lanterne. Contengono mondi in miniatura. Da bambini si sa ancora come utilizzarle. Contengono i sogni delle persone. Le lanterne non ancora ammalate sono una rarità.”
Questo libro è un viaggio nell’anima. È un racconto che vede la bellezza là dove in genere si vede solo dolore. È un libro che crede nell’educazione sentimentale. Mostra come possiamo incontrare la nostra notte dell’anima e attraversarla. È dedicato a uomini e donne che si confrontano con la complessità dell’essere vivi. Questo libro è, sopra ogni altra cosa, un libro sulla speranza.

4 disponibili

Descrizione

Alcuni le chiamano lanterne

Non è compito facile cercare di inquadrare il lavoro di Sabina Bello. Anima solitaria, spirito indipendente, la sua ricerca artistica prende le distanze da tutto e tutti. Il fatto che abbia scelto il fumetto come linguaggio di riferimento, però, non è un caso.  Il fumetto è duttile, mobile, rimanda al romanzo, al cinema, al teatro, alla pittura. In certi suoi slanci lirici si avventura nell’ambito della poesia e della musica. Sabina si muove in tutte queste direzioni, anzi in certi frangenti vorrebbe muoversi contemporaneamente in tutte le direzioni. Un’opera a più livelli, tanto quello simbolico, ineluttabile il registro più intimo.
È la terra del dolore con cui a un certo punto bisogna fare i conti senza bisogno di scomodare la scrittura come autoterapia o come riparazione. In questo libro, che come detto sarebbe fuorviante definire graphic novel o romanzo a fumetti, ritrovo gli elementi che hanno caratterizzato gli anni dell’Accademia. I nostri scontri, le nostre incomprensioni, le nostre difficoltà a trovare un linguaggio di scambio.  Allora come adesso è la natura ondivaga, assolutamente emotiva ed emozionale a guidare e caratterizzare la mole del lavoro.  Tecniche diverse, dalla china all’acquerello, si alternano in una sequenza rapsodica che segna gli sbalzi di umore; picchi di intensità espressiva che uniscono la valenza simbolica agli estratti di un diario. Bisogna avere pazienza e stare al gioco.  Bisogna avvicinarsi a mente libera e raccogliere le pagine fino a comporre la storia.  Una storia sincera. Tra città che bruciano, tra viaggi alla fine del mondo, tra paesi nordici immersi in un inverno infinito si fa largo il tema.   L’interruzione di gravidanza non è solo un intervento chirurgico, è qualcosa di enorme che mette in discussione corpo e anima. Lascia strascichi, ombre e presenze, fantasmi che si fanno carne. Vuoti che pesano. Il prima è il percorso di una scelta, il dopo è un lavoro di ricostruzione.  Spesso silenziosa perché sono ferite di cui si parla poco ma che accomunano donne nelle stesse condizioni.  Bisognerebbe parlarne di più, capire di più, confrontarsi di più, specie in tempi come questi, prossimi alle tenebre.  Sabina l’ha fatto con coraggio e ora non resta che leggere e riflettere.
Otto Gabos
Otto Gabos (pseudonimo di Mario Rivelli), nasce a Cagliari nel 1962 e vive a Bologna dal 1985. Artista, illustratore e scrittore, nella sua trentennale carriera ha lavorato per numerose riviste, illustrato e scritto libri e fatto parte di alcuni tra i più importanti movimenti del fumetto.  Insegna Arte del fumetto e Scrittura creativa all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Per maggiori informazioni sull’artista e sulle sue creazioni: http://www.ottogabos.com

Informazioni aggiuntive

Autore

Sabina Bello

Genere:

graphic novel

Numero di pagine:

n.d.

Isbn:

978-88-5517-001-7

Peso e dimensioni:

500 grammi
22cm x 22cm